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Sala Calvino

Introduzione

La Sala Calvino, all’interno della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma nell’area “Biblioteca del Novecento letterario italiano Enrico Falqui”, intende non solo ricostruire il laboratorio di scrittura di Italo Calvino ma divenire essa stessa un laboratorio di studi e ricerche internazionali sulla figura e sull’opera dello scrittore, che, in virtù della sua attività, ha attraversato e spesso definito le linee della letteratura novecentesca.

La Sala

La Sala Italo Calvino è inaugurata con cerimonia pubblica il 28 luglio 2021 in seguito a una convenzione di comodato che il Direttore della Biblioteca Andrea De Pasquale ha siglato con Giovanna Calvino, grazie alla quale l’Istituto diventa il luogo di conservazione del fondo archivistico e bibliografico di Italo Calvino, ma anche dei vari arredi, oggetti, quadri, presenti nell’abitazione di piazza di Campo Marzio 5, dove lo scrittore visse gli ultimi anni della sua vita.

La Sala ricrea così le suggestioni del salone dell’abitazione di Campo Marzio e il laboratorio di scrittura di Calvino.

Le suggestioni

Non solo sono presenti le tre librerie bianche che conservano tutta la sua biblioteca nell’ordinamento originario con doppie file di libri a palchetto, ma anche le sue scrivanie di lavoro con le macchine da scrivere. È presente inoltre il tavolo del verde terrazzo da dove ha preso vita Palomar. Alle pareti suoi ritratti e le opere degli amici, tra cui Toti Scialoja e Gianfranco Baruchello. E sparsi tra i mobili i tanti oggetti di tutta una vita, dei suoi viaggi e dei suoi rapporti, come la fotografia dell’amico Elio Vittorini sempre visibile sugli scaffali della sua libreria.

Nello spazio verde prospiciente si attraversa un giardino dedicato al paesaggio ligure descritto in molte sue opere, che richiama anche la professione dei genitori, Mario Calvino ed Eva Mameli, insigni botanici, i quali per molti anni hanno diretto a Sanremo la stazione sperimentale di floricultura.

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