A cura di Elisabetta Risari
1923
“Sono nato in America”
Italo Calvino nasce il 15 ottobre a Cuba. I genitori sono entrambi scienziati: il padre, Mario, agronomo originario di Sanremo, ha trascorso una ventina d’anni in Messico; a Cuba dirige una stazione sperimentale di agricoltura e una scuola agraria. La madre, Eva Mameli, d’origine sarda, è laureata in scienze naturali e lavora come botanica.
1925-1940
“Sono talmente nato in America che sono nato a Sanremo”
“Nel 1925 ero già in Italia. Ho vissuto con i miei genitori a Sanremo fino a vent’anni, in un giardino di piante rare e esotiche, e per i boschi dell’entroterra con mio padre, vecchio instancabile cacciatore.” Forte lettore di opere letterarie, Italo ama anche le riviste umoristiche e si appassiona al cinema. Scrive brevi racconti, poesie, testi teatrali; coltiva la passione per il disegno, la caricatura, la vignetta.
1941-1944
“Quello che contava era l’azione”
“Arrivato all’età di entrare all’Università, mi iscrissi in Agraria, per tradizione familiare e senza vocazione, ma già avevo la testa alle lettere. Intanto venne l’occupazione tedesca, e, secondo un mio vecchio sentimento, combattei coi partigiani garibaldini.” I genitori, anticonformisti e fortemente anticlericali, inculcano fin da bambino in Italo “la coscienza di appartenere a una famiglia di antiche tradizioni mazziniane e repubblicane.”
1945-1948
“La Resistenza mi ha messo al mondo”
Dopo la Liberazione, Italo si iscrive a Lettere, a Torino, e si laurea nel 1947, con una tesi su Conrad. “Dal 1945 vivo a Torino, gravitando intorno alla casa editrice Einaudi, per la quale cominciai a lavorare andando a vendere i libri a rate.” Collabora all’«Unità» torinese e pubblica racconti su periodici letterari. Nel 1947 esce da Einaudi il suo primo romanzo, Il sentiero dei nidi di ragno: “Tutto quel che scrivo e penso parte dall’esperienza della Resistenza. Solo le rivoluzioni, i grandi movimenti rinnovatori, mettono in moto la coscienza, danno diritto a dire.”
1949-1951
“Finivo un racconto e correvo a farglielo leggere”
Nel 1949 esce Ultimo viene il corvo. Calvino lavora stabilmente all’Einaudi e stringe legami di amicizia e di confronto intellettuale con letterati, storici e filosofi. Nel 1950 si suicida l’amico Cesare Pavese: “A lui mi legava la comunanza d’un gusto di stile poetico e morale, d’una, come si dice, sprezzatura, molti autori amati: tutte cose che ho ereditate da lui, dai cinque anni di consuetudine quasi quotidiana. Pavese era il primo lettore e giudice di tutto quello che scrivevo”. Nel 1951 compie un viaggio in Unione Sovietica, durante il quale gli muore il padre.
1952-1959
“Nel mio lavoro ho sempre alternato il fantastico e il realistico”
Il visconte dimezzato esce nel 1952, L’entrata in guerra nel 1954. Calvino lavora sui racconti popolari delle regioni d’Italia e nel 1956 esce Fiabe italiane. “Le fiabe corrispondono a bisogni profondi di apprendimento emotivo e immaginativo: non per niente si richiamano ai riti d’iniziazione. La loro verità essenziale dipende dal fatto che rappresentano inevitabilmente un catalogo, una successione degli avvenimenti fondamentali della vita dalla nascita alla morte.” Nel 1957, a seguito dei “fatti d’Ungheria”, lascia il Pci: “considerare la realtà da un punto di vista di partito non si addice al mio temperamento”. Nel 1957 esce Il barone rampante, nel 1958 I racconti, nel 1959 Il cavaliere inesistente.
1960-1966
“Io amo New York, e l’amore è cieco.”
Grazie a una borsa della Ford Foundation, nel 1960 trascorre sei mesi negli Stati Uniti. “Il mio intento è stato di vivere l’America, non di visitarla da turista: conoscere quanti più americani possibile, e di diversi ambienti, e dividere la loro stessa vita. Il ritmo del mondo in cui tutti lavorano e tutti vogliono essere felici è la grande realtà dell’America.” Nel 1962 conosce Esther Judith Singer, detta Chichita, traduttrice argentina che lavora per organizzazioni internazionali. Si sposano nel 1964 all’Avana e nel 1965 nasce Giovanna. Nel 1963 escono Marcovaldo, La giornata d’uno scrutatore e La speculazione edilizia, nel 1965 Le Cosmicomiche.
1967-1972
“Non mi piace vivere in un solo luogo, ma contemporaneamente in molti”
“Dove vivo? Ma a Torino e a Sanremo, a Roma e a Parigi. Alterno periodi in cui mi frantumo geograficamente a periodi in cui mi isolo.” Nel 1967 esce Ti con zero: “Partendo da spunti che avevo trovato su trattati di scienza moderna io ho cercato di creare dei miti cosmologici primitivi. Nello stesso tempo volevo ritrovare il cosmico attraverso un linguaggio comune, attraverso i segni della vita quotidiana”. Si trasferisce a Parigi; frequenta Raymond Queneau e partecipa all’Oulipo, di cui condivide l’idea fondamentale: “ogni opera letteraria si costruisce sulla base di costrizioni, di regole del gioco autoimposte”. Nel 1969 esce da Zanichelli l’antologia scolastica La lettura. Nel 1970 pubblica Gli amori difficili e Orlando furioso di Ludovico Ariosto raccontato da Italo Calvino; nel 1972 Le città invisibili.
1973-1979
“Qui ci vengo quando posso o devo stare solo”
Nel 1973 esce Il Castello dei destini incrociati. Calvino si fa costruire una casa nella pineta di Roccamare (Castiglione della Pescaia). Dal 1974 al 1979 scrive sul «Corriere della Sera» racconti, resoconti di viaggio e interventi sulla realtà politica e sociale del paese. Nel 1975 viaggia in Iran, nel 1976 negli Stati Uniti e in Messico, poi in Giappone. Nel 1978 muore la madre. Nel 1979 esce Se una notte d’inverno un viaggiatore: “La scienza oggi è divisa e tormentata dal problema del tempo. Inoltre la scienza è problematica dei possibili, e anche la narrativa è problematica dei possibili.” Inizia una assidua collaborazione con «la Repubblica».
1980-1984
“Resto sempre un po’ a mezz’aria, sto nelle città con un piede solo”
Nel 1980 Esce Una pietra sopra. Si trasferisce a Roma, in piazza Campo Marzio. Nel 1983 esce Palomar; dal nuovo editore, Garzanti, nel 1984 escono Collezione di sabbia e Cosmicomiche vecchie e nuove: “la scienza moderna, la fisica, la cosmologia, la biologia molecolare non offrono immagini visive e possono essere comprese soltanto concettualmente, astrattamente. Leggendo qualche testo o qualche articolo d’informazione scientifica, ero ogni tanto visitato da un’immagine. Ho provato a sviluppare queste immagini e ho costruito delle storie”. “Ogni assioma è un racconto. Quale racconto più bello di: si dicono parallele due linee che s’incontrano all’infinito?”
1985
“Sono un po’ stanco di essere Calvino”
Passa l’estate a Roccamare a preparare le conferenze (Six Memos for the Next Millennium) che dovrà tenere a Harvard: saranno le postume Lezioni americane. Colpito da ictus il 6 settembre, muore nella notte fra il 18 e il 19. Riposa nel cimitero di Castiglione della Pescaia. La sua biblioteca e il suo archivio sono alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, dove è stato ricostruito lo studio con i suoi tavoli di lavoro.