Da dove nascono le idee? Dalle intuizioni, certo, dalle esperienze vissute, dai ricordi, dalle impressioni. Ma anche dalle letture: da incontri occasionali e da assidue ricerche nei libri d’una vita; insomma, dalla propria biblioteca. Laura Di Nicola, che insegna letteratura moderna e contemporanea alla Sapienza Università di Roma (dove, tra l’altro, dirige il Laboratorio Calvino), parte da questa idea per addentrarsi nel vasto e composito universo letterario d’Italo Calvino. Secondo l’autrice, la biblioteca dell’autore delle Città invisibili è il luogo che esprime il più autentico e profondo riflesso del suo mondo interiore: una raccolta di tutte le idee originarie mobilitate per scrivere e descrivere una visione del mondo sospesa fra un’idea di letteratura e un’idea di sé.
Grazie a un’attenta e ficcante analisi, il volume intitolato Un’idea di Calvino mostra come lavorava Calvino interrogando gli scaffali, le librerie, la biblioteca dello scrittore: vissuta, raccontata, pensata, immaginata, desiderata, passando dal libro ai libri, riconoscendo connessioni invisibili nel disordine vorticoso e caotico del reale, seguendo un ordine nascosto, un linguaggio segreto, tutto da decifrare. In un certo senso, spiega Laura Di Nicola, la biblioteca di Calvino è Calvino: un’opera postuma di chi – come aveva compreso Pavese – è capace di «mettere nelle parole tutta la vita che si respira a questo mondo».
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