Nel 1979, dopo un lungo silenzio narrativo e una gestazione assai sofferta, Italo Calvino dà alle stampe uno dei capolavori della letteratura del Novecento: Se una notte d’inverno un viaggiatore. Nel suo stimolante saggio intitolato Scrivere, corregger, riscrivere, Ada D’Agostino si concentra sul dattiloscritto dell’opera che consente oggi di ricostruire le diverse fasi della sua composizione. Grazie alle sue pagine entriamo infatti nel cuore dell’officina calviniana, luogo di un lavoro ininterrotto e inquieto di cui sono spia evidente i fogli aggiunti e quelli espunti, le molte cancellature e varianti che il documento restituisce nella loro stratificata complessità. Le ripetute incursioni d’autore non risparmiano punti nodali della trama, dove si precisano e prendono forma le importanti questioni di poetica con cui Calvino interroga il senso ultimo della sua scrittura. La studiosa esplora per la prima volta questo inedito, sul filo di un dialogo tra indagine filologica e critica testuale, per stabilire i tempi di stesura e le ragioni sottese alla tormentata revisione di un’opera labirintica e sempre aperta, del tutto fedele in questo alla sua natura di “classico”: «un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire».
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