«Comincerò dicendo che sono nato nel segno della Bilancia: perciò nel mio carattere equilibrio e squilibrio correggono a vicenda i loro eccessi. Sono nato mentre i miei genitori stavano per tornare in patria dopo anni passati nei Caraibi: da ciò l’instabilità geografica che mi fa continuamente desiderare un altrove.
Il sapere dei miei genitori convergeva sul regno vegetale, le sue meraviglie e virtù. Io, attratto da un’altra vegetazione, quella delle frasi scritte, voltai le spalle a quanto essi m’avrebbero potuto insegnare; ma la sapienza dell’umano mi restò ugualmente estranea.
Il luogo ideale per me è quello in cui è più naturale vivere da straniero: perciò è Parigi la città in cui ho preso moglie, ho messo casa, ho allevato una figlia. Anche mia moglie è una straniera: in tre parliamo tre lingue differenti. Tutto può cambiare, ma non la lingua che ci portiamo dentro, anzi che ci contiene dentro di sé come un mondo più esclusivo e definitivo del ventre materno.»
Eremita a Parigi: l’autore del Barone Rampante sembra più che mai intenzionato a prender le sue distanze dal mondo
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