«Da Parigi, Italo Calvino manda ogni tanto al quotidiano a cui collabora un articolo su un’esposizione insolita, che gli permette di raccontare una storia attraverso una sfilata d’oggetti: antichi mappamondi, manichini di cera, tavolette d’argilla con scritture cuneiformi, stampe popolari, vestigia di culture tribali, e così via. Alcuni tratti della fisionomia dello scrittore vengono fuori in queste pagine “d’occasione”: onnivora curiosità enciclopedica e discreta presa di distanza da ogni specialismo; rispetto del giornalismo come informazione impersonale e piacere d’affidare le proprie opinioni a osservazioni marginali o di nasconderle tra le righe; meticolosità ossessiva e contemplazione spassionata della verità del mondo. Insieme a dieci di queste cronache di passeggiate per le sale di gallerie parigine, Collezione di sabbia raccoglie altre pagine di “cose viste” o che, anche se nate da letture di libri, hanno come oggetto il visibile o l’atto stesso di vedere (compreso il vedere dell’immaginazione). Completano il volume tre gruppi di riflessioni in margine a viaggi in altre civiltà – Iran, Messico, Giappone – dove dalle “cose viste” s’aprono spiragli d’altre dimensioni della mente.»
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