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Italo Calvino e Tullio Pericoli, una amicizia ricca e feconda che viene oggi ricordata da una bella mostra intitolata Sfida al labirinto. Calvino, le città, i ritratti di Tullio Pericoli, un’iniziativa aperta al pubblico dal 25 novembre 2023 al 14 aprile 2024, alle Terme di Caracalla di Roma, nell’ambito del programma ufficiale delle celebrazioni del centenario della nascita dello scrittore.

Promossa dalla Soprintendenza Speciale di Roma e organizzata da Electa in collaborazione con l’Archivio Tullio Pericoli, la mostra prende le mosse dal titolo di uno dei più famosi saggi di Italo Calvino, apparso nel 1962 sul “Menabò”, rivista da lui diretta insieme a Elio Vittorini. Curato da Nunzio Giustozzi e Giulio Carlo Pantalei, il progetto letterario e visivo si dispiega negli ambienti delle Terme lungo tre sezioni in dialogo tra loro. 

Il primo percorso è composto da decine di documenti fotografici e scatti d’autore, molti dei quali inediti, di alcuni dei maggiori fotografi del Novecento − tra cui Sebastião Salgado, Dominique Nabokov, Renate von Mangoldt, Sophie Bassouls, Mario Dondero, Federico Garolla −, accompagnati da nume­rose citazioni dell’autore del Barone rampante. Immagini e parole che danno vita una mappa sentimentale delle “città visibili” in cui Italo diventò Calvino: Torino, Parigi, New York, Roma e il rifugio di Roccamare, in Toscana.

Il secondo raduna per la prima volta, nella suggestione di fedeli riproduzioni, tutti i disegni (e i dipinti) che Tullio Pericoli ha dedicato al visionario scrittore, permettendo al visitatore un ipnotico vis-à-vis con i volti di Calvino, trattati come racconti.

La terza e ultima tappa dell’esposizione apre una finestra sul rapporto meno noto tra Calvino, la letteratura classica e l’antichità romana, grazie a una serie di totem e agli articoli che lo scrittore dedicò al mondo antico. In particolare, Mirella Serlorenzi, direttrice del monumento, ricorda “l’affascinante descrizione del metodo archeologico, appreso durante la sua visita allo scavo diretto da Andrea Carandini, della villa romana di Settefinestre, in Toscana, dal titolo “L’archeologo, il maiale e la città scritta”.

Infine, il pubblico potrà ascoltare per la prima volta Turin la nuit o Rome by night, l’ultima canzone (mai incisa) scritta da Calvino per Cantacronache su musica di Piero Santi, la cui partitura era andata perduta per decenni. Questo brillante e ironico gioiello sulla modernità che aveva investito l’Italia del boom e dell’incipiente Dolce vita alla fine degli anni ‘50 rivive oggi “on air” nell’area della mostra grazie al compositore Giannantonio Mutto e alla cantante Grazia De Marchi.

Così grazie a una vasta documentazione (spesso rara o inedita), la mostra romana restituisce la vita inimitabile di un autore inesauribile, capace di tessere una rete di relazioni umane e professionali con i principali protagonisti della cultura del suo tempo, tanto fitta quanto quella dei suoi meccanismi narrativi.

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